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Le parole coltura e cultura derivano entrambe dal latino colere: coltivare. Ci fu un’età in cui i due significati s’intrecciavano nella stessa parola. Questo progetto intende ripristinare tale intreccio ormai del tutto decaduto. 

State Agresti mescola l’essenza effimera del gesto teatrale con quella produttiva del gesto agricolo: lo sforzo inutile, ma fortemente estetico dell’attore con quello utile, ma fortemente razionale dell’agricoltore. Questo per far rinascere nell’agricoltura la perduta dignità di disciplina estetica e per sottolineare che è la qualità del gesto ad avere valore etico ed estetico. 

I temi della coltivazione e la divulgazione dei processi di produzione biologica guidano una serie d’eventi spettacolari tra loro indipendenti. La composizione dell’intero progetto presenta una flessibilità tale da consentire una modulazione ogni volta differente, per quanto riguarda sia la successione degli eventi, che la scelta degli stessi. Si tratta di una composizione sempre nuova a seconda delle caratteristiche morfologiche dell’ambiente e delle esigenze culturali dei suoi abitanti.